Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23776 del 31 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23776PEN

Massima

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Il possesso e l'utilizzo di una patente di guida falsificata, anche se palesemente contraffatta, integrano il reato di uso di atto falso, in quanto la condotta dell'imputato di esibire alle Forze di Polizia un documento non autentico, riportante le proprie generalità e fotografia, è sufficiente a configurare l'elemento oggettivo del reato, essendo irrilevante la facilità con cui gli operanti hanno potuto rilevare la falsità del documento. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla consapevolezza dell'imputato di non aver mai conseguito la patente di guida e dal fatto che egli abbia fornito i propri dati personali al falsificatore, al fine di consentirgli la realizzazione del documento contraffatto. La prescrizione del reato non è maturata in ragione delle sospensioni intervenute nel corso del procedimento, in applicazione della normativa introdotta dal c.d. "pacchetto sicurezza".

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 796/2009 CORTE APPELLO di SALERNO, del 22/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/04/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FUMO Maurizio;

udito il PG in persona del Sost. Proc. Gen. Dott. IZZO G., che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La CdA di Salerno, con la sentenza di cui in epigrafe, ha confermato la pronunzia di…

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