Il reato di truffa aggravata si configura quando l'artificio o il raggiro utilizzati dall'agente siano idonei a indurre in errore la pubblica amministrazione erogante, inducendola a compiere una disposizione patrimoniale dannosa per sé e vantaggiosa per il reo. Ciò si verifica anche quando l'imputato, consapevole di aver già ottenuto un finanziamento pubblico per determinate spese, presenti una nuova domanda di contributo per le medesime spese, allegando documentazione falsa, in violazione del divieto di cumulo dei finanziamenti. La responsabilità penale dell'imputato può essere affermata sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova, tra cui le sentenze irrevocabili acquisite ai sensi dell'art. 238-bis c.p.p., che costituiscono prova dei fatti storici in esse accertati. La determinazione della pena deve tenere conto della gravità del fatto e della personalità dell'imputato, senza che il giudice sia vincolato ad accogliere richieste di attenuazione della pena formulate in modo generico dall'appellante.