Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20713 del 1 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20713PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della valutazione delle esigenze cautelari, può essere desunto dalle modalità e dalla gravità del fatto, nonché dalla personalità dell'indagato, senza che sia necessaria un'analitica dimostrazione dell'inidoneità di misure cautelari meno afflittive rispetto alla custodia in carcere, purché il giudice indichi gli elementi specifici che, nella singola fattispecie, rendono tale misura la più adeguata a impedire la prosecuzione dell'attività criminosa. La motivazione sulla sussistenza del pericolo di reiterazione del reato è sufficiente quando evidenzi la professionalità e la pianificazione nell'esecuzione del fatto, il collegamento con ambienti delinquenziali e la notevole pericolosità sociale dell'indagato, anche in assenza di precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. GI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 10701/2009 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 30/12/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. GALATI Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Osserva:

IN FATTO

Il Tribunale del riesame di Napoli, con ordinanza in data 30/12/2009, confermava, ne…

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