Cassazione penale Sez. III sentenza n. 14225 del 23 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:14225PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, lett. c), c.p.p., può essere desunto non solo dalla gravità del titolo di reato, ma anche dalla valutazione complessiva della personalità dell'imputato e delle modalità della condotta criminosa, che dimostrino la sua concreta e attuale capacità a delinquere, anche in assenza di precedenti penali. Il mero decorso del tempo dall'applicazione della misura cautelare o l'osservanza delle prescrizioni non sono di per sé sufficienti a dimostrare l'affievolimento delle esigenze cautelari, dovendosi valutare ulteriori elementi sintomatici di un effettivo mutamento della situazione originaria. La pregressa incensuratezza dell'imputato costituisce una mera presunzione relativa di minima pericolosità sociale, che può essere superata valorizzando l'intensità del pericolo di recidiva desumibile dalle modalità concrete della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. CIRIELLO Antonella - Consigliere

Dott. MACRI' Ubalda - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 27/10/2016 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa Antonella Di Stasi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. Fimiani Pasquale che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), in sostituzion…

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