Il pubblico ufficiale che, per ragioni del suo ufficio, abbia il possesso di denaro, se ne appropria mediante falsificazione di documenti contabili e informatici, commette il reato di peculato. Tale condotta è punita con la reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, senza che possano essere concesse le attenuanti generiche ove ricorrano plurime condotte appropriative di rilevante entità, a prescindere dalla spontanea restituzione di parte delle somme. La condanna al risarcimento del danno in favore dell'ente danneggiato e alle spese processuali è conseguenza necessaria della declaratoria di responsabilità penale, senza che possano essere riconosciuti "giusti motivi" per la compensazione delle spese, salvo che per la parte di imputazioni per le quali sia intervenuta assoluzione. La sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale non sono concedibili ove la pena inflitta superi i due anni di reclusione.