Il contratto di appalto pubblico è regolato da norme inderogabili che disciplinano gli obblighi e i diritti delle parti, tra cui la tempestiva formulazione delle riserve da parte dell'appaltatore e la discrezionalità dell'amministrazione appaltante nell'erogazione di anticipazioni e maggiorazioni. L'impugnazione della transazione conclusa dall'appaltatore in stato di bisogno è ammissibile solo se proposta tempestivamente e per vizi formali o sostanziali della transazione stessa, non essendo sufficiente una generica domanda di nullità. L'interpretazione delle clausole del capitolato speciale d'appalto, aventi natura contrattuale, deve avvenire secondo i criteri di cui agli artt. 1362 e ss. c.c., senza che il giudice possa sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito. La mancata contestazione dell'acquisizione di una consulenza tecnica espletata in un diverso giudizio consente al giudice di appello di valutarne liberamente le risultanze, senza necessità di disporne una nuova. La condanna alle spese del mero interveniente adesivo in appello è legittima, in solido con la parte soccombente, in applicazione dell'art. 91 c.p.c.