La libertà di iniziativa economica privata, quale principio fondamentale dell'ordinamento, non può essere limitata da norme regionali che subordinino il rilascio di autorizzazioni commerciali all'obbligo di vendita di una quota minima di prodotti alimentari biologici, in assenza di interessi pubblici primari e costituzionalmente rilevanti. Tali previsioni, ove interpretate come requisiti di ammissibilità e non come meri fattori di premialità, si pongono in contrasto con i principi di liberalizzazione delle attività economiche affermati a livello comunitario e nazionale, e devono pertanto essere disapplicate dalle pubbliche amministrazioni. Il giudice amministrativo è tenuto a tutelare la libertà di iniziativa economica privata, annullando gli atti amministrativi adottati in applicazione di norme regionali confliggenti con il diritto dell'Unione Europea e la normativa nazionale di liberalizzazione.