La rinuncia alla pretesa di iscrizione al corso di laurea originariamente prescelto, con conseguente immatricolazione presso il medesimo corso di laurea in lingua italiana, determina la sopravvenuta carenza di interesse alla decisione del gravame, comportando la declaratoria di improcedibilità dell'appello. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che la sopravvenuta mancanza di interesse alla decisione, derivante da una scelta volontaria della parte, impone al giudice di dichiarare l'improcedibilità del ricorso, in applicazione dell'art. 84, comma 4, del Codice del processo amministrativo, a prescindere dalla fondatezza originaria delle censure dedotte. Tale principio trova applicazione ogniqualvolta la parte, nel corso del giudizio, rinunci spontaneamente alla pretesa fatta valere, venendo meno il suo interesse concreto ed attuale alla decisione. La declaratoria di improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse, pertanto, costituisce un corollario del principio di economia processuale e di ragionevole durata del processo, in quanto evita l'inutile prosecuzione di un giudizio privo di utilità pratica per la parte ricorrente.