Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da diverse associazioni ambientaliste contro l'autorizzazione concessa dall'Ente Parco dell'Etna ai Comuni di Bronte e Maletto per consentire l'accesso e il transito con mezzi a motore sui sentieri insistenti nelle aree A, B e C del Parco, ha affermato il principio secondo cui l'utilizzo di mezzi motorizzati, ad eccezione di quelli di servizio, è vietato nelle aree A e B di un parco naturale, in quanto in contrasto con le finalità di tutela e conservazione dell'ambiente naturale proprie di tali zone. In particolare, il Tribunale ha rilevato che l'autorizzazione impugnata si poneva in contrasto con il Decreto istitutivo del Parco dell'Etna e con il relativo Regolamento per le attività di fruizione, i quali prevedono il divieto di accesso con mezzi motorizzati nelle aree A e B, diverse dalle zone sommitali del vulcano. Inoltre, il Tribunale ha evidenziato che l'Ente Parco aveva omesso di richiedere il preventivo parere obbligatorio e vincolante dell'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste e del Consiglio Regionale per la protezione del patrimonio naturale, nonché di effettuare una adeguata valutazione di incidenza sulle zone SIC e ZPS presenti nell'area, in ordine agli impatti della fruizione turistica consentita sulla fauna selvatica. Pertanto, il Tribunale, pur prendendo atto della successiva revoca del provvedimento impugnato da parte dell'Ente Parco, ha condannato quest'ultimo al pagamento delle spese di giudizio, in applicazione del principio della soccombenza virtuale, in quanto l'emanazione di un atto in palese contrasto con le norme di tutela ambientale applicabili aveva determinato l'insorgere della controversia.