Il Comune, in qualità di ente proprietario della strada, ha il potere di valutare e decidere in merito alla idoneità della rete stradale a sopportare il transito e la sosta di automezzi adibiti al servizio di trasporto pubblico locale, esercitando le potestà di cui all'art. 7, comma 1, del d.lgs. n. 285/1992 (Codice della Strada). Tale valutazione, se non manifestamente illogica o irragionevole, rientra nel merito dell'azione amministrativa e non è sindacabile dal giudice amministrativo. L'acquisizione delle valutazioni relative all'idoneità e alla sicurezza del nuovo percorso e delle nuove fermate non è necessaria ai fini dell'esercizio di tali poteri da parte del Comune, in quanto tali valutazioni spettano, in un momento successivo, all'ente competente per i servizi di trasporto pubblico locale (in precedenza la M.C.T.C. e, attualmente, la Provincia). Il Comune, pertanto, può legittimamente adottare provvedimenti che limitano o vietano il transito e la sosta di automezzi adibiti a servizi di trasporto pubblico locale su determinate strade, senza dover preventivamente acquisire il parere dell'ente competente per i servizi di trasporto pubblico locale, in quanto tali valutazioni attengono a poteri e competenze distinti ed autonomi. Inoltre, il fatto che una strada sia stata in precedenza ritenuta idonea dalla M.C.T.C. (o dalla Provincia) come capolinea di una linea di trasporto pubblico locale non vincola il Comune nell'esercizio delle proprie potestà in materia di disciplina e programmazione della circolazione stradale, essendo tali valutazioni rimesse a distinti e autonomi ambiti di competenza.