Il provvedimento di repressione degli abusi edilizi, quale l'ordine di demolizione, costituisce atto dovuto della pubblica amministrazione, riconducibile all'esercizio di un potere vincolato, in dipendenza dell'accertamento dell'abuso e della sua riconducibilità ad una delle fattispecie di illecito previste dalla legge. Tuttavia, affinché tale provvedimento sia legittimo, è necessario che l'amministrazione abbia svolto un'adeguata istruttoria e che la motivazione del provvedimento stesso sia idonea a indicare in modo chiaro e puntuale i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno condotto all'adozione della decisione. Pertanto, il provvedimento di demolizione è illegittimo qualora l'istruttoria svolta risulti carente o la motivazione non consenta di comprendere l'effettiva entità e consistenza degli abusi realmente posti in essere, in modo da assicurare al destinatario del provvedimento la possibilità di accedere utilmente alla tutela giurisdizionale. In tali ipotesi, il giudice amministrativo è tenuto ad annullare il provvedimento di demolizione per difetto di istruttoria e di motivazione, in applicazione dei principi di cui agli artt. 3 e 24 della Costituzione.