Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15719 del 24 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:15719PEN

Massima

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Il reato di violazione di domicilio di cui all'art. 614 c.p. si configura quando l'agente, con coscienza e volontà, si introduce e si trattiene nell'altrui abitazione contro la volontà del titolare del diritto di esclusione, a prescindere dal rapporto di affinità o parentela con la persona offesa e dal motivo della introduzione. L'elemento psicologico del reato si realizza nella consapevolezza e volontà dell'agente di penetrare e permanere nell'altrui domicilio senza il consenso del legittimo proprietario o detentore, a nulla rilevando le ragioni soggettive che hanno determinato tale condotta. Pertanto, il reato sussiste anche quando l'imputato abbia l'abitudine di servirsi dell'appartamento altrui per consumare i pasti, essendo irrilevante tale circostanza ai fini della configurabilità del delitto, in quanto l'introduzione è avvenuta contro la volontà del titolare. La valutazione della sussistenza del reato deve essere effettuata sulla base delle risultanze processuali, senza che possano essere censurate come illogiche le argomentazioni del giudice di merito che si siano attenute a tali elementi probatori, salvo che non siano state travisate le emergenze dibattimentali. In tal caso, il ricorso per cassazione è inammissibile, non potendo il giudice di legittimità riesaminare il merito della decisione impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 9336/2010 CORTE APPELLO di ROMA, del 12/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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