Il provvedimento amministrativo di demolizione o rimozione di opere edilizie abusive perde efficacia e diviene improcedibile qualora il destinatario presenti una nuova SCIA che sanani la precedente situazione irregolare, rendendo così cessato l'interesse al ricorso giurisdizionale proposto avverso il provvedimento sanzionatorio. In tal caso, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, con integrale compensazione delle spese di giudizio tra le parti, in considerazione della specifica richiesta formulata dalla parte ricorrente e dell'assenza di opposizione da parte della pubblica amministrazione resistente. Il principio di diritto affermato mira a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, evitando la prosecuzione di un giudizio privo di utilità pratica per il ricorrente, a fronte dell'avvenuta sanatoria della situazione irregolare oggetto del provvedimento impugnato. Tale soluzione, fondata sull'art. 35, comma 1, lett. c) e sull'art. 84, comma 4, del Codice del processo amministrativo, consente di definire il giudizio in forma semplificata sin dalla fase cautelare, in applicazione del principio di economia processuale e di ragionevole durata del processo.