Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10768 del 16 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:10768PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropri fraudolentemente di denaro o altra cosa mobile altrui, non avendone il possesso per ragione del suo ufficio o servizio, commette il reato di truffa aggravata ai sensi dell'art. 61 c.p., nn. 9 e 11, e non il delitto di peculato, il quale ricorre invece quando il soggetto attivo si appropri di beni di cui aveva già il possesso o la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio. La distinzione tra le due fattispecie risiede nelle modalità di acquisizione del possesso del bene oggetto di appropriazione: nella truffa aggravata il soggetto attivo se ne procura fraudolentemente il possesso, mentre nel peculato egli già ne aveva il possesso o la disponibilità per ragioni d'ufficio. Pertanto, qualora il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio acquisisca fraudolentemente il possesso di denaro o altra cosa mobile altrui, appropriandosene indebitamente, il fatto deve essere qualificato come truffa aggravata e non come peculato. L'annullamento della sentenza di condanna per peculato si impone in tali casi, in quanto il reato di truffa aggravata risulta estinto per intervenuta prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ta. Na. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 3-12-07 della Corte di Appello di Milano, sezione 2 penale;

Visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere, Dott. Vincenzo Rotundo;

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sost. Proc. Gen., Dott. Galati Giovanni, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

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