Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24022 del 18 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:24022PEN

Massima

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Il ricorso per cassazione è inammissibile quando l'interessato si limita a prospettare circostanze diverse da quelle valutate dal giudice di merito, senza indicare specifici elementi ricavabili dagli atti, idonei a dimostrare la fondatezza del suo diverso assunto in fatto, violando così il principio di autosufficienza del ricorso, che impone la dimostrazione della preesistenza di situazioni non esaminate dal giudice, la cui omessa valutazione comporta il vizio rilevabile in sede di legittimità. In tali casi, il giudice di legittimità non può procedere ad un nuovo esame di merito, essendo tale attività preclusa in questa fase, e deve pertanto dichiarare l'inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 10/02/2012 del Tribunale di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Anna Petruzzellis;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Aniello Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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