Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41611 del 8 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:41611PEN

Massima

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Il concorso nel reato può essere integrato da qualsiasi condotta che, anche in forma morale o psichica, fornisca un apprezzabile contributo alla realizzazione dell'altrui proposito criminoso, essendo irrilevante individuare la specifica condotta di ciascun concorrente, purché sia accertata la coscienza e volontà di arrecare un apporto alla commissione del fatto illecito. Ai fini della valutazione della chiamata in correità, il giudice deve preliminarmente verificare la credibilità soggettiva del dichiarante e l'attendibilità intrinseca della dichiarazione, nonché la sussistenza di riscontri esterni individualizzanti, anche attraverso il confronto con altre chiamate in correità de relato, purché siano rispettate determinate condizioni. La motivazione della decisione cautelare deve essere congrua, esauriente e logicamente coerente, senza che il giudice di legittimità possa sindacare la valutazione delle risultanze probatorie compiuta dal giudice di merito, salvo che non emerga una manifesta illogicità dell'iter argomentativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuel - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 21/2013 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 17/01/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;

sentite le conclusioni del PG Dott. ANIELLO Roberto: inammissibilita'.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) e (OMISSIS) ricorrono per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Napoli, in data 17-1-13, che ha confermato l…

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