Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 20576 del 27 maggio 2002

ECLI:IT:CASS:2002:20576PEN

Massima

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Il giudicato cautelare preclude la riproposizione di questioni già esaminate e decise in precedenza, salvo il caso in cui siano dedotti nuovi fatti o elementi idonei a superare la situazione in essere al momento della prima decisione; il giudicato cautelare opera solo "allo stato degli atti" e non impedisce la valutazione di questioni che, pur risultando dagli atti del procedimento, non abbiano mai formato oggetto di specifica valutazione. La richiesta di retrodatazione della custodia cautelare ai sensi dell'art. 297, comma 3, c.p.p., qualora già esaminata e rigettata in precedenza, è preclusa dal giudicato cautelare, salvo l'allegazione di nuovi elementi che possano incidere sulla decisione. Inoltre, la richiesta di scarcerazione per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare, formulata per la prima volta in sede di legittimità, è inammissibile.

Sentenza completa

Il Tribunale di Milano, sezione per il riesame, ha dichiarato inammissibile l'appello proposto da M. G. G. contro l'ordinanza 8 agosto 2001 della Corte d'Assise d'Appello di Milano che aveva dichiarato inammissibile la richiesta, proposta ai sensi dell'art. 297 c. 3° c.p.p., di ritenere emesse per il medesimo fatto due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse l'una dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Firenze l'11 aprile 1994, l'altra dalla Corte d'Assise di Milano il 4 settembre 1997, con conseguente retrodatazione della custodia a quella più risalente nel tempo e conseguente scarcerazione per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare.
Il Tribunale ha ritenuto che la questione proposta fosse coperta dal c.d. giudicato cautelare in quanto il medesimo Tribunale, con ordinanza n. 3157/2000 del 19 dicembre 2000, confermata dalla Corte di cassazione con sentenza n. 5195 del 12 giugno 2001, ave…

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