Consiglio di Stato sentenza n. 3864 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:3864SENT

Massima

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Il diniego di compatibilità paesaggistica è legittimo quando i lavori eseguiti hanno determinato un aumento di cubatura dell'edificio preesistente, in quanto l'art. 167, comma 4, del D.Lgs. n. 42/2004 esclude l'accertamento della compatibilità paesaggistica in tutti i casi in cui si tratti di lavori realizzati in assenza o difformità dall'autorizzazione paesaggistica, che abbiano comportato la creazione di superfici utili o volumi ovvero l'aumento di quelli legittimamente realizzati. Tale divieto non è superabile invocando la normativa sugli interventi di lieve entità, né la disciplina introdotta dal D.P.R. n. 139/2010 e dal D.Lgs. n. 115/2008 e D.L. n. 70/2011, in quanto tali norme hanno rilevanza limitata ai profili urbanistico-edilizi della costruzione, ma sono ininfluenti sul piano paesaggistico. Inoltre, l'amministrazione non è tenuta a confutare puntualmente le osservazioni procedimentali dell'interessato, essendo sufficiente una motivazione complessivamente e logicamente idonea a sorreggere la determinazione assunta. L'ordine di demolizione di opere abusive realizzate in assenza di titolo edilizio e di autorizzazione paesaggistica, anche se di natura pertinenziale o precaria, è legittimo in quanto l'interesse pubblico alla rimozione di tali opere è sempre in re ipsa, senza necessità di specifica motivazione o di comparazione con l'interesse del privato alla conservazione della situazione di fatto illecita. Inoltre, l'ordine di demolizione non necessita della previa comunicazione di avvio del procedimento, dato che la natura vincolata del relativo potere non consente all'amministrazione di compiere valutazioni di interesse pubblico in ordine alla conservazione del bene.

Sentenza completa

Pubblicato il 17/04/2023

N. 03864/2023REG.PROV.COLL.

N. 08825/2014 REG.RIC.

N. 02260/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8825 del 2014, proposto da
Armando Rossi, rappresentato e difeso dagli avvocati Alfonso Esposito e Giovanni Pagano, con domicilio eletto presso lo studio Placidi, in Roma, via Barnaba Tortolini, n. 30;

contro

Comune di Pontecagnano Faiano, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato Maria Napoliello, con domicilio digitale di pec come da registri di giustizia e domicilio eletto presso il suo studio, in Pontecagnano Faiano, via Alfani, presso la casa comunale;

nei confronti

Ministero per i Beni e le Attività Cultur…

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