Il diritto all'abitazione, pur essendo riconducibile agli articoli 2 e 3 della Costituzione e all'articolo 8 della CEDU, non è tutelato in termini assoluti, ma deve essere contemperato con altri valori di pari rango costituzionale, come l'ordinato sviluppo del territorio e la salvaguardia dell'ambiente. Pertanto, l'esecuzione dell'ordine di demolizione di un immobile abusivo, finalizzata al ripristino dello status quo ante e al ristabilimento dell'ordine giuridico violato, è legittima e proporzionata, purché risulti necessaria, sufficiente e proporzionata rispetto allo scopo perseguito dalla normativa edilizia. La natura amministrativa e ripristinatoria di tale ordine di demolizione, privo di finalità punitive, esclude la violazione del principio del ne bis in idem, anche in considerazione del carattere definitivo dell'ordine stesso e dell'avvenuta acquisizione dell'immobile al patrimonio comunale, circostanze che privano il condannato di un concreto interesse a proporre ulteriori impugnazioni. Il diritto all'abitazione, pertanto, non può essere fatto valere in modo assoluto e incondizionato, dovendo essere bilanciato con altri interessi pubblici di pari rilievo costituzionale.