Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3798 del 25 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:3798PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni, accetta denaro o altra utilità per compiere un atto contrario ai doveri d'ufficio, risponde del reato di corruzione propria, ai sensi dell'art. 319 c.p. Tale condotta è punita con la reclusione da sei a dieci anni e comporta l'applicazione di misure cautelari personali, quali gli arresti domiciliari o la sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio, in ragione della gravità del fatto e dell'esigenza cautelare di impedire la reiterazione del reato e di assicurare l'acquisizione della prova. Tuttavia, la sostituzione della misura cautelare detentiva con quella interdittiva della sospensione dall'ufficio può essere disposta quando, a seguito di nuovi elementi emersi, come la confessione dell'indagato, si riscontri una minore gravità del fatto e un minor pericolo di reiterazione del reato, rendendo così proporzionata l'applicazione di una misura meno afflittiva. In ogni caso, le intercettazioni ambientali eseguite nell'ambito dell'attività investigativa sono utilizzabili ai fini probatori, purché disposte nel rispetto delle garanzie previste dal codice di procedura penale, senza che la mancanza di un'espressa autorizzazione possa determinarne l'inutilizzabilità. Infine, le notizie di stampa, in quanto prive di valenza probatoria, non possono incidere sulla valutazione della sussistenza dei presupposti per l'applicazione delle misure cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. MOGINI Stefa - rel. Consigliere

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 15/05/2018 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. STEFANO MOGINI;
sentite le conclusioni del PG, Dott. PERELLI SIMONE, che conclude per l'inamnnissibilita' del ricorso;
Udito il difensore avvocato (OMISSIS) del foro di COSENZA che insiste nei motivi di ricorso chiedendone l'accoglimento.
CONSIDERATO IN FATTO
1. (OMISSIS) ha presentato per mezzo del suo difensore di fiduc…

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