Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26623 del 9 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:26623PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di una sentenza, è tenuto a verificare esclusivamente la coerenza strutturale interna della decisione, accertando che essa sia sorretta da argomentazioni non viziate da evidenti errori logici, non fondate su dati contrastanti con il "senso della realtà" e prive di vistose incongruenze. È precluso al giudice di legittimità procedere ad una rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione o all'adozione di nuovi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, in quanto tali operazioni trasformerebbero la Corte in un ulteriore giudice del merito, impedendole di svolgere la peculiare funzione di organo deputato a controllare che la motivazione rispetti uno standard minimo di intrinseca razionalità e capacità di rappresentare l'iter logico seguito dal giudice per giungere alla decisione. Pertanto, il ricorrente che intenda denunciare vizi della motivazione deve identificare specificamente l'atto processuale cui fa riferimento, individuare l'elemento fattuale o probatorio incompatibile con la ricostruzione adottata dalla sentenza impugnata, darne prova e indicare le ragioni per cui tale elemento inficia in modo decisivo la tenuta logica e la coerenza interna della motivazione, introducendo profili di radicale incompatibilità all'interno dell'impianto argomentativo. In assenza di tali requisiti, il ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. DI CASOLA Carlo - Consigliere

Dott. ROSSI Agnello - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fr. Al. ;

avverso la sentenza della Corte d'appello di Milano, pronunciata in data 1.7.2005;

letto il ricorso ed il provvedimento impugnato;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto;

udito l'avv. ((omissis)).

OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

1. Fr. Al. e' stato condannato alla pena di mesi sei di reclusione ed euro 300,00…

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