Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42698 del 18 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:42698PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando la condotta minacciosa o violenta dell'imputato è diretta a impedire o ostacolare l'esercizio delle funzioni del pubblico ufficiale, anche se la condotta violenta sia avvenuta successivamente all'atto di identificazione. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che la condotta sia finalizzata a impedire specificamente l'atto di identificazione, essendo sufficiente che essa sia diretta a ostacolare in qualsiasi modo l'esercizio delle funzioni del pubblico ufficiale. La responsabilità dell'imputato può essere affermata anche sulla base di una condotta meramente minacciosa, qualora essa sia idonea a impedire o ostacolare l'attività del pubblico ufficiale. Il vizio di motivazione non può essere dedotto dal confronto tra l'imputazione e il contenuto della sentenza, ma deve riguardare il contenuto intrinseco della decisione o gli atti processuali specificamente indicati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Fa. Ro. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del 4 maggio 2010 emessa dalla Corte d'appello di Bari;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del consigliere Dott. ((omissis));

sentito il sostituto procuratore generale, Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

Con la decisione in epigrafe la Corte d'appello di …

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