Il Comune, nell'esercizio della propria potestà pianificatoria urbanistica, può legittimamente imporre limiti e condizioni all'insediamento di attività commerciali e produttive, anche in deroga a precedenti previsioni urbanistiche, purché tali limitazioni siano congrue e ragionevoli, volte al contemperamento di esigenze di tutela dell'ambiente urbano, dell'ordinato assetto del territorio e di altri interessi pubblici, e non siano fondate su meri motivi economici e commerciali di protezione della concorrenza. La pianificazione urbanistica comunale, infatti, non ha un valore meramente edificatorio, ma persegue anche finalità economico-sociali della comunità locale, la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, dei valori storici, paesaggistici e culturali, in un'ottica di bilanciamento tra i diversi interessi pubblici e privati coinvolti. Pertanto, il Comune può legittimamente imporre limiti percentuali alla destinazione commerciale di un piano per insediamenti produttivi di iniziativa privata, subordinare l'approvazione definitiva del piano all'adeguamento dello strumento urbanistico comunale al piano paesaggistico regionale, e adottare altre misure analoghe, purché siano proporzionate e non siano dettate da meri intenti anticoncorrenziali.