Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33275 del 7 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:33275PEN

Massima

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Il delitto di rapina si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, si impossessa ingiustamente del denaro o di altra cosa mobile altrui, anche se non ne tragga un effettivo profitto, essendo sufficiente che abbia avuto la volontà di appropriarsene e di sottrarlo alla disponibilità della vittima, tenendolo sotto la propria stretta vigilanza. L'elemento dell'ingiusto profitto, infatti, non richiede necessariamente che l'agente abbia tratto un vantaggio economico dalla condotta delittuosa, essendo sufficiente che egli si sia impossessato del bene altrui contro la volontà del proprietario, privandolo della sua disponibilità. Pertanto, il fatto che l'agente non abbia materialmente intascato il denaro o non lo abbia nascosto, ma lo abbia semplicemente spostato in un luogo diverso da quello in cui si trovava originariamente, non esclude la configurabilità del delitto di rapina, purché egli abbia avuto la volontà di appropriarsene e di sottrarlo alla disponibilità della vittima. Inoltre, l'aggravante della minorata difesa, di cui all'art. 61, comma 1, n. 5 c.p., si configura quando l'agente approfitta di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, come nel caso in cui la vittima sia stata costretta a subire la condotta delittuosa senza potersi difendere a causa della propria condizione di inferiorità fisica o psichica. Pertanto, il giudice è tenuto a motivare espressamente in ordine alla sussistenza o meno di tale aggravante, qualora essa sia stata dedotta dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

TR. CA. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza del 22/06/2010 della Corte di Appello di Milano;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO

p. 1. Con sentenza del 22/06/2010, la Corte di Appello di Milano confermava la s…

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