Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2066 del 16 novembre 1988

ECLI:IT:CASS:1988:2066PEN

Massima

Massima ufficiale
Lo stato di detenzione per custodia cautelare non costituisce ostacolo alla applicazione di una delle misure di prevenzione di cui alla legge 27 dicembre 1956, n. 1423. condizione di legittimita` del provvedimento finale e`, pero`, che il procedimento inizi, abbia svolgimento e si concluda prima che il procedimento penale in relazione al quale la custodia cautelare e` stata istaurata sia concluso con sentenza irrevocabile. Cio` in quanto la pericolosita` sociale che giustifica l'adozione della misura di prevenzione, si collega ad una situazione attuale del soggetto, che puo` essere pericoloso per la collettivita`, sia se e` libero, sia se e` stato momentaneamente privato della liberta` personale, potendo riacquistare lo status libertatis o per effetto di una pronuncia assolutoria, o per effetto di altro provvedimento giurisdizionale destinato a fare cessare la custodia cautelare. Diversa e` invece la posizione del soggetto detenuto in forza di sentenza definitiva di condanna, assoggettato al trattamento rieducativo, la cui funzione e` quella del reinserimento sociale, con eliminazione della pericolosita` di base. In tal caso non puo` farsi luogo all'applicazione della misura di prevenzione che finirebbe con l'incidere su di una situazione di assoluta assenza di pericolosita`. Cio` vale anche nell'ipotesi in cui la sentenza di condanna acquista autorita` di giudicato mentre e` ancora in corso il giudizio per l'applicazione della misura, giacche` l'efficacia del decreto e` destinata ad avere inizio dal giorno in cui il detenuto riacquista la liberta` dopo avere scontato la pena e percio` viene meno uno dei presupposti, quello della pericolosita` attuale del soggetto, cui la legittimita` del procedimento di prevenzione e` subordinata.

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