Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4945 del 10 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:4945PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni formalmente intestati a terzi, ma nella disponibilità di un indagato per reati di associazione di tipo mafioso, è legittimo quando sussistono gravi indizi di interposizione fittizia, desumibili non solo dal rapporto di coniugio o parentela, ma anche da elementi fattuali dotati di gravità, precisione e concordanza, tali da dimostrare indirettamente l'effettiva disponibilità dei beni da parte dell'indagato, a fronte di una macroscopica sproporzione tra i redditi dichiarati e il valore dei beni sequestrati. La presunzione di illecita accumulazione patrimoniale, in tali casi, non può essere superata dalla mera produzione di documentazione, come atti di donazione, ove non supportata da ulteriori elementi probatori idonei a giustificare la legittima provenienza dei beni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 939/2010 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 03/06/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. De Santis Fausto di rigetto;

udito il difensore avv. Ferone Riccardo.

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza 3.6.2010, ex articolo 310 c.p.p., il tribunale di Napoli ha respinto l'appello proposto n…

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