Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: In caso di domanda di ripetizione di indebito oggettivo, l'onere della prova grava sul creditore istante, il quale è tenuto a provare i fatti costitutivi della sua pretesa, ovvero l'avvenuto pagamento e la mancanza di una causa che lo giustifichi. Pertanto, spetta al debitore che ha formulato domanda di accertamento negativo e ripetizione delle somme indebitamente riscosse, documentare attraverso gli estratti conto gli addebiti illegittimamente attuati a suo danno e le somme percepite dalla banca in dipendenza di essi. La banca, dal canto suo, non può invocare una inversione pattizia dell'onere probatorio in base all'articolo 2698 c.c. qualora abbia esibito la documentazione bancaria integrativa in suo possesso, richiesta dal consulente tecnico d'ufficio. Inoltre, il mancato riconoscimento del risarcimento del danno contrattuale richiede una adeguata motivazione in ordine all'assenza di prova del nesso di causalità tra il fatto illecito e i danni lamentati, senza che sia possibile in sede di legittimità una nuova valutazione delle risultanze istruttorie.