La destinazione urbanistica di un'area a "verde pubblico - verde urbano" costituisce espressione della potestà conformativa del pianificatore, avente validità a tempo indeterminato, e non un vincolo preordinato all'espropriazione o comportante l'inedificabilità assoluta, in quanto la relativa disciplina normalmente consente, anche su iniziativa del privato proprietario, la realizzazione di opere e strutture intese all'effettivo godimento del verde, senza determinare uno svuotamento incisivo del contenuto del diritto di proprietà. Pertanto, tale destinazione non è soggetta a decadenza ai sensi dell'art. 2 della legge 19 novembre 1968, n. 1187, essendo estranea alla logica ablatorio-espropriativa e rientrando nell'esercizio della potestà conformativa inerente alla pianificazione urbanistica. L'approvazione del programma triennale e dell'elenco annuale delle opere pubbliche da parte del Consiglio comunale, unitamente all'inserimento dell'intervento nel bilancio di previsione, soddisfa il requisito della copertura finanziaria previsto dalla legge, anche in presenza di un mutuo di futura contrazione, purché questo sia stato regolarmente concesso prima dell'inizio dei lavori e delle procedure espropriative. La mancata indicazione del termine iniziale delle espropriazioni nella dichiarazione di pubblica utilità non determina l'illegittimità dell'intero provvedimento, in quanto tale termine ha natura sollecitatoria e la sua incertezza non inficia la validità della dichiarazione.