Il giudice di legittimità, nell'annullare senza rinvio la sentenza di appello limitatamente alla determinazione della pena, afferma il principio per cui, a seguito della declaratoria di incostituzionalità del minimo edittale di otto anni di reclusione per il reato di cui all'art. 73, comma 1, del d.P.R. n. 309 del 1990, la pena detentiva deve essere rideterminata nel minimo di sei anni di reclusione, con conseguente applicazione delle circostanze attenuanti generiche, della continuazione e dello sconto per il rito abbreviato, nel rispetto dei criteri di determinazione della pena stabiliti dalla legge. Tale principio, fondato sulla necessità di adeguare la sanzione penale al mutato quadro normativo, impone al giudice di merito di ricalcolare la pena detentiva in ossequio ai nuovi limiti edittali, senza che ciò comporti una nuova valutazione complessiva del fatto e della responsabilità dell'imputato, già accertate in sede di merito. La massima, pertanto, esprime l'obbligo per il giudice di adeguare la pena alla declaratoria di incostituzionalità sopravvenuta, senza rimettere in discussione gli altri elementi della decisione, al fine di assicurare il rispetto del principio di legalità e proporzionalità della sanzione penale.