Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20724 del 25 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:20724PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, si appropria indebitamente di denaro pubblico affidato alla sua custodia e gestione per ragioni d'ufficio, realizza il reato di peculato, anche qualora tale appropriazione avvenga mediante l'inserimento arbitrario di voci retributive non dovute nella propria busta paga. L'elemento soggettivo del dolo può essere desunto da condotte connotate da finalità fraudolenta, anche in presenza di precarie condizioni di salute dell'agente, ove queste non risultino incompatibili con la capacità di intendere e di volere. Qualora l'appropriazione non riguardi denaro di cui l'agente abbia la disponibilità diretta, il reato può essere diversamente qualificato come truffa aggravata ai danni dell'ente pubblico. L'abuso della qualità di pubblico ufficiale costituisce circostanza aggravante, la cui contestazione in fatto risulta sufficiente a garantire l'esercizio del diritto di difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. AMOROSO R. - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedett - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 3/06/2020 della Corte di Appello di Trento;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. Amoroso Riccardo;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Molino Pietro, depositata ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, convertito dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, che ha concluso chiedendo l'inam…

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