Consiglio di Stato sentenza n. 338 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:338SENT

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La realizzazione di una tettoia e di case mobili su un'area destinata a verde pubblico territoriale, senza il necessario permesso di costruire, costituisce un abuso edilizio che legittima l'amministrazione comunale a ordinare la demolizione di tali manufatti, a prescindere dalla successiva decadenza del vincolo urbanistico originario e dalla mancata precedente attività repressiva da parte dell'ente locale. L'interesse pubblico al ripristino della legalità urbanistica prevale sulla posizione del privato che abbia confidato nella mancata tempestiva azione amministrativa, in quanto il potere di controllo e sanzionatorio del Comune sulla corretta gestione del territorio non si consuma mai. La natura stabile e non precaria delle opere, desumibile dalla loro destinazione funzionale e dalla durata della loro presenza sull'area, comporta la qualificazione degli interventi come nuove costruzioni soggette a permesso di costruire, a prescindere dalle modalità tecniche della loro realizzazione. L'ordinanza di demolizione, essendo un atto vincolato al ricorrere dei presupposti di fatto e di diritto, non richiede una specifica motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse che la giustificano, diverse da quelle inerenti al ripristino della legalità violata.

Sentenza completa

Pubblicato il 11/01/2023

N. 00338/2023REG.PROV.COLL.

N. 02232/2018 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Settima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2232 del 2018, proposto da Mauro Ferrari, Marisa Vinotti, rappresentati e difesi dall'avvocato Lucilla Zaro, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Busto Arsizio, via Puccini 3;

contro

Comune di Busto Arsizio, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato Maria Antonietta Carra, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Busto Arsizio, via Fratelli d'Italia 12;

per la riforma della sentenza del Tribunale Amministrativo Regio…

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