Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25526 del 12 giugno 2003

ECLI:IT:CASS:2003:25526PEN

Massima

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Il falso ideologico in atto pubblico commesso dal notaio che attesta falsamente l'apposizione in sua presenza della firma di un soggetto su un atto, pur in presenza di una firma autentica e di un atto valido anche senza autenticazione, integra il reato di cui all'art. 479 c.p. in quanto la falsa attestazione è idonea a ledere l'interesse tutelato dalla funzione pubblica notarile di garantire l'autenticità degli atti, a prescindere dall'effettiva realizzazione di un inganno. Il giudice di merito, nel valutare la prova, gode di un ampio margine di discrezionalità nella ricostruzione dei fatti e nell'interpretazione delle prove, sindacabile in sede di legittimità solo per manifesta illogicità o irragionevolezza, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE QUINTA SEZIONE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Bruno Foscarini - Presidente Francesco Provvidenti - Consigliere Alfonso Amato - Consigliere Gennaro Maresca - Consigliere Aniello Nappi - Consigliere ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da Macchia Nicola, n. a Toritto il 7 maggio 1945 avverso la sentenza della Corte d'appello di Bari depositata il 21 maggio 2002 Sentita la relazione svolta dal Consigliere dott. Aniello Nappi Udite le conclusioni del P.M. Dr. Izzo Gioacchino che ha chiesto il rigetto uditi i difensori Avv.ti La Forgia M. e Assumma B. MOTIVI DELLA DECISIONE 1. Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Bari confermò la dichiarazione di colpevolezza del notaio Nicola Macchia in ordine al delitto di falso ideologico in atto pubblico, contestatogli per aver…

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