Cassazione penale Sez. V sentenza n. 51617 del 13 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:51617PEN

Massima

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Il reato di tentata violenza privata si configura quando l'agente minaccia di compiere un grave atto di danneggiamento o violenza, anche con pericolo per l'incolumità della persona offesa, al fine di costringerla a compiere o omettere un atto, anche se la minaccia non raggiunge l'effetto di intimorire la vittima e coartarne la libertà di determinazione. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che la minaccia sia percepita come tale dalla persona offesa, essendo sufficiente che essa sia oggettivamente idonea a incutere timore in una persona normale e ragionevole. Inoltre, la mancata realizzazione dell'evento dannoso per cause indipendenti dalla volontà dell'agente non esclude la configurabilità del tentativo, essendo il reato di tentata violenza privata un reato di pericolo astratto in cui l'offesa al bene giuridico tutelato si realizza con la sola condotta minacciosa, a prescindere dall'effettivo verificarsi dell'evento lesivo. Pertanto, la sussistenza del reato di tentata violenza privata non è esclusa dalla mancata percezione della minaccia da parte della persona offesa, né dalla mancata realizzazione dell'evento dannoso, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia oggettivamente idonea a coartare la libertà di determinazione della vittima, anche se questa non si è effettivamente intimorita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto L - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/05/2016 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCOTTI UMBERTO LUIGI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PERELLI SIMONE, che ha concluso per l'inammissibilita'.
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 17/5/2016 la Corte di appello di Caltanissetta …

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