Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41679 del 25 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:41679PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, omette di rilasciare la prescritta ricevuta nominativa agli utenti di un servizio pubblico e di compilare la contabilità giornaliera, appropriandosi delle somme riscosse, commette il reato di peculato. Inoltre, il pubblico ufficiale che attesta falsamente di aver accertato che il mancato pagamento di determinate fatture da parte dell'amministrazione era dovuto a errore contabile, mentre in realtà le fatture erano rimaste insolute e pagate personalmente dall'imputato, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico. Tali condotte, poste in essere dal pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, violano i doveri di correttezza, imparzialità e fedeltà alla Pubblica Amministrazione, ledendo la trasparenza e l'affidabilità dell'azione amministrativa. La modifica dell'imputazione in dibattimento per l'inserimento di un reato concorrente o di una circostanza aggravante è consentita anche sulla base degli elementi acquisiti in fase di indagini preliminari, senza che ciò comporti la necessità di un rinvio alla fase investigativa. Infine, il giudice di merito può legittimamente revocare l'ammissione di un teste il cui capitolato di prova risulti generico e non decisivo ai fini dell'accertamento dei fatti oggetto di imputazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesc - rel. Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CA. An. , n. a (OMESSO);

avverso la sentenza della corte d'appello di Bologna, emessa il 9.12.2009;

- letto il ricorso e il provvedimento impugnato;

- udita in pubblica udienza la relazione del Cons. Dr. F. Ippolito;

- udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Fodaroni Maria Giuseppina, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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