La revoca della patente di guida disposta dal Prefetto ai sensi dell'art. 120 del Codice della Strada nei confronti di coloro che sono sottoposti a misure di prevenzione personali o di sicurezza non richiede alcun apprezzamento discrezionale da parte dell'autorità amministrativa in merito alla pericolosità del soggetto, configurandosi come atto dovuto in seguito all'applicazione di tali misure. Trattandosi di una sanzione accessoria di carattere vincolato, la cognizione della relativa controversia spetta al giudice ordinario, in base alla regola generale dettata dall'art. 216, quinto comma, del d.lgs. n. 285 del 1992, in quanto la domanda rivolta a denunciare l'illegittimità del provvedimento di revoca si ricollega ad un diritto soggettivo. Pertanto, in difetto di deroghe ai comuni canoni sul riparto della giurisdizione, la competenza a conoscere di tale controversia è riservata al giudice ordinario, davanti al quale il processo potrà essere proseguito mediante riassunzione a cura della parte interessata, nel termine di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza che ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo.