Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15708 del 20 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:15708PEN

Massima

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Il delitto di imbrattamento di cui all'art. 639 c.p. tutela la proprietà pubblica o privata dal deturpamento o dall'imbrattamento, a prescindere dalla modalità di realizzazione della condotta, sia essa l'affissione di manifesti, l'incisione di scritte o l'utilizzo di altri mezzi idonei a ledere l'integrità e il decoro dell'immobile. La responsabilità penale per tale reato sussiste anche qualora il soggetto agente abbia ammesso solo una parte della condotta contestata, essendo sufficiente che gli elementi di fatto accertati nel giudizio, come la contestualità del rinvenimento di manifesti e scritte, dimostrino il nesso causale tra la condotta complessiva e l'evento di imbrattamento. La motivazione della sentenza che abbia adeguatamente ricostruito e valutato gli elementi probatori, anche di natura fattuale, non può essere censurata per mancanza di logicità o illogicità, in quanto la valutazione delle prove rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità salvo vizi logici o manifesta irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PE. PI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 152/2010 TRIB. SEZ. DIST. di ASSISI, del 14/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIULIANO CASUCCI;

udito il P.G. in persona del Dott. MONETTI Vito che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza i…

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