La misura di sicurezza della libertà vigilata può essere applicata in via provvisoria nei confronti di un soggetto ritenuto, a seguito di perizia, affetto da sindrome psicotica di tipo delirante cronico e per tale motivo incapace di intendere e di volere, nonché di partecipare coscientemente al processo, qualora sussistano gravi indizi di commissione del fatto, desumibili anche dalle dichiarazioni della persona offesa, ritenute logiche, puntuali e coerenti nel descrivere la persecuzione realizzata attraverso l'invio continuo di messaggi contenenti richieste di incontri e talora minacce di divulgare notizie sulla presunta relazione intima esistita tra le parti, nonché dal supporto di produzioni documentali come screenshot di messaggi e trascrizioni di conversazioni, la cui acquisizione è ritenuta legittima dalla giurisprudenza di legittimità. Le dichiarazioni della persona offesa possono essere poste a base dell'affermazione di penale responsabilità dell'imputato, previa verifica della loro credibilità soggettiva e attendibilità intrinseca, senza necessità di riscontri oggettivi, trattandosi di apprezzamento di fatto rimesso al giudice di merito e sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifeste contraddizioni.