Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32686 del 20 agosto 2024

ECLI:IT:CASS:2024:32686PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia è integrato da comportamenti reiterati, anche non sistematici, che, valutati complessivamente, siano volti a ledere, con violenza fisica o psicologica, la dignità e l'identità della persona offesa, limitandone la sfera di autodeterminazione, in un contesto di asimmetria di posizione e di disuguaglianza tra le parti, a prescindere dalla reciprocità delle offese, in quanto ciò che rileva è l'esistenza di una posizione di supremazia di un soggetto sull'altro, tale da impedirgli di esprimere il proprio essere. Pertanto, anche qualora la persona offesa reagisca alle aggressioni subite, ciò non esclude la configurabilità del reato, poiché permane una situazione di disuguaglianza e di sopraffazione di un soggetto sull'altro. La valutazione della condotta deve essere effettuata complessivamente, considerando il contesto di coppia in cui si consumano i comportamenti, senza limitarsi alla mera reciprocità delle offese, che non esclude la sussistenza del reato di maltrattamenti in famiglia, laddove sia accertata l'esistenza di una posizione di supremazia di un soggetto sull'altro, tale da limitarne la sfera di autodeterminazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Relatore

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

Dott. DI GIOVINE Ombretta - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Se.Mi., nato a M il (Omissis)
avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Lecce - Sezione distaccata di Taranto - il 22/05/2023:
visti gli atti ed esaminato il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, ((omissis));
udito il Sostituto Procuratore Generale, dott. ((omissis)), che ha chiesto l'annullamento con rinvio della impugnata sentenza;
udita l'Avv.ta A. D., in sostituzione dell'Avv. Gi.Gi.Vi., difensore dell'imputato, che ha insistito per l'accoglimento del ricorso;
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte …

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