Consiglio di Stato sentenza n. 3587 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:3587SENT

Massima

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Il diniego del permesso di costruire in sanatoria è legittimo qualora la documentazione prodotta dall'istante non dimostri l'impossibilità tecnica di reperire spazi adeguati nell'ambito dell'edificio principale per le esigenze delle persone disabili che vi risiedono, come richiesto dalla normativa regionale di settore. La mancata coincidenza tra i motivi indicati nel preavviso di diniego e quelli posti a fondamento del provvedimento finale non determina l'illegittimità di quest'ultimo, in considerazione della natura vincolata dell'esercizio del potere di accertamento di conformità edilizia, che comporta un affievolimento delle esigenze partecipative. Il soggetto conduttore del fondo su cui sono state realizzate opere edilizie abusive è legittimato a presentare la domanda di sanatoria, in quanto rientrante nella nozione di "responsabile dell'abuso" ai sensi della normativa urbanistica, fermo restando il diritto di rivalsa nei confronti dell'esecutore materiale. Le fasce di rispetto stradale previste dagli strumenti urbanistici comunali, anche se predisposti anteriormente all'entrata in vigore del Codice della strada, costituiscono vincoli di inedificabilità funzionali alla tutela della sicurezza della circolazione, la cui violazione legittima il diniego del titolo edilizio in sanatoria.

Sentenza completa

Pubblicato il 07/04/2023

N. 03587/2023REG.PROV.COLL.

N. 02819/2017 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2819 del 2017, proposto dalla signora ((omissis)), rappresentata e difesa dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia ed elettivamente domiciliata presso lo studio del dottor ((omissis)) in Roma, via Cosseria, n. 2;

contro

il Comune di Bari, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia ed elettivamente domiciliato presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, via Nizza, n. 53;

per la riforma

della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per…

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