Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26847 del 20 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26847PEN

Massima

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Il giudice, nel procedimento di prevenzione finalizzato a valutare la pericolosità sociale del proposto, può utilizzare elementi probatori e indiziari tratti dai precedenti procedimenti penali, purché non lontani nel tempo e sintomatici dell'attuale pericolosità del soggetto, procedendo a una nuova ed autonoma valutazione dei fatti ivi accertati e dando adeguata motivazione delle ragioni per cui tali elementi siano ritenuti indicativi della pericolosità sociale attuale. La mancanza di segni di ravvedimento e resipiscenza da parte del soggetto, nonostante l'esecuzione di precedenti misure di prevenzione, costituisce altresì elemento rilevante ai fini della valutazione della persistente e attuale pericolosità sociale. Il giudice di merito, nel disporre la misura di prevenzione, non è tenuto a motivare in modo analitico ogni singolo elemento valutato, essendo sufficiente che la motivazione, nel suo complesso, risulti esauriente, logica e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. NOVIK ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 22/2013 CORTE APPELLO di CATANIA, del 04/06/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)) NOVIK;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza emessa in data 4 giugno 2013, la Corte d'appello di Catania rigettava l'appello proposto nell'interesse di (OMISSIS) avverso il decreto del Tribunale di Catania, emess…

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