Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26280 del 23 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:26280PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, con violenza o minaccia, costringe taluno a dare o a fare una cosa ingiusta, a prescindere dalla natura dell'obbligazione sottostante, essendo sufficiente l'assenza di una pretesa tutelabile. L'elemento soggettivo del dolo è integrato dalla consapevolezza di agire in assenza di qualsiasi diritto o pretesa legittima, a nulla rilevando eventuali tesi difensive circa la natura dell'obbligazione o la provenienza della somma richiesta. Il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione dei giudici di merito circa l'insussistenza di riscontri alla tesi della vincita al gioco, in assenza di travisamento della prova, essendo precluso il riesame del compendio probatorio in sede di ricorso per cassazione, salvo il caso in cui il giudice d'appello abbia richiamato dati probatori non esaminati dal primo giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/11/2014 della CORTE APPELLO di CAGLIARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 14/06/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dott. PARDO IGNAZIO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALLI Massimo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Udito il difensore Avv. (OMISSIS), che insiste in ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
La CO…

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