Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dall'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia avverso l'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive emessa dal Comune di Sanremo, afferma il seguente principio di diritto: La nozione di "pertinenza" in ambito urbanistico-edilizio si distingue da quella civilistica, richiedendo un nesso oggettivo di strumentalità e accessorietà tra il manufatto e l'opera principale, tale che il manufatto non abbia autonomia funzionale e non sia suscettibile di diversa utilizzazione economica. Pertanto, la trasformazione di una vasca irrigua in uno spazio di accoglienza polivalente mediante la realizzazione di un solaio di copertura in cemento armato, comportando un mutamento della destinazione d'uso e un notevole aggravio del carico urbanistico, integra una ristrutturazione "pesante" che, in assenza del pertinente titolo abilitativo, è sanzionata con l'ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, salva la concessione, su istanza di parte, del titolo edilizio in sanatoria in caso di sussistenza della doppia conformità. L'Amministrazione, nell'emanare l'ordine di demolizione, non è tenuta a verificare la possibilità di demolire solo la parte abusiva senza pregiudicare quella legittimamente assentita, essendo tale verifica rimessa alla fase esecutiva su segnalazione della parte privata. Inoltre, l'indicazione dei parametri urbanistici eventualmente violati attiene all'eventuale diniego della domanda di sanatoria edilizia, mentre nell'ordine di demolizione l'Amministrazione può limitarsi a rilevare l'abusività dell'intervento.