Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43416 del 13 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:43416PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando, mediante minacce anche implicite di danni all'incolumità personale e all'integrità dei beni aziendali, taluni soggetti appartenenti o contigui ad un'associazione di tipo mafioso costringono le vittime a consegnare periodicamente somme di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto con pari danno patrimoniale e morale per le persone offese. L'aggravante del metodo mafioso ricorre sia quando l'agente si avvale della forza di intimidazione derivante dall'appartenenza all'associazione criminale, sia quando il reato è commesso al fine specifico di agevolare l'attività del sodalizio mafioso, essendo sufficiente l'oggettiva finalizzazione dell'azione all'agevolazione del gruppo criminale, a prescindere dall'effettiva agevolazione. Ai fini della responsabilità penale, è irrilevante che il contributo dell'agente si sia limitato alla mera presenza al momento genetico dell'estorsione o alla successiva riscossione del "pizzo", atteso che anche tali condotte, inserendosi in un contesto criminale connotato dal metodo mafioso, integrano un apporto causale rilevante. La pena base per il reato di estorsione aggravata può essere determinata in misura superiore alla metà del massimo edittale, in considerazione della gravità del danno patrimoniale e morale arrecato, dell'intensità del dolo e dei motivi a delinquere, senza che ciò integri una violazione del divieto di reformatio in peius, essendo la graduazione della pena rimessa alla discrezionalità del giudice di merito nel rispetto dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche, motivato con riferimento all'elevata capacità a delinquere e alla gravità dei motivi che hanno indotto al reato, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2301/2014 della CORTE di APPELLO di CATANIA del 08/07/2015;
visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/07/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIANO IMPERIALI;
udito il Procura…

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