La mancata conferma delle riserve iscritte nel registro di contabilità all'atto della sottoscrizione del conto finale dei lavori pubblici comporta la presunzione relativa di accettazione del conto finale senza riserve, ai sensi del R.D. n. 350 del 1895, art. 64. Tale presunzione può essere superata solo mediante la prova di una positiva volontà dell'appaltatore di non accettare il conto finale, la quale non può desumersi dalla mera iscrizione di ulteriori riserve in epoca successiva alla sottoscrizione del conto finale, in quanto tale adempimento risulta incompatibile con la finalità di assicurare la costante evidenza di tutti i fattori suscettibili di incidere sul costo complessivo dell'opera, funzionale all'esercizio dei poteri di verifica e valutazione da parte della stazione appaltante. Pertanto, l'avvio di un procedimento di definizione bonaria delle controversie, ai sensi della L. n. 109 del 1994, art. 31-bis, non è di per sé idoneo a superare la presunzione di accettazione del conto finale, in assenza della prova di una volontà inequivoca dell'appaltatore di non accettarlo, essendo tale procedura finalizzata al raggiungimento di un accordo transattivo, la cui stipulazione implica anche la rinuncia della stazione appaltante a far valere la decadenza in cui sia eventualmente incorso l'appaltatore. Analogamente, il ritardo nel pagamento del corrispettivo dei lavori eseguiti, pur comportando il diritto dell'appaltatore al riconoscimento degli interessi ai sensi del D.P.R. n. 1063 del 1962, artt. 35 e 36, non è esente dall'onere di confermare le relative pretese nel conto finale, in quanto tale adempimento costituisce condizione necessaria per l'esercizio di qualsiasi richiesta di maggiori compensi o indennizzi da parte dell'appaltatore.