Il giudizio di revisione di una sentenza penale di condanna è ammissibile solo quando gli elementi di prova sopravvenuti o scoperti successivamente siano tali da rendere evidente che il condannato debba essere prosciolto ai sensi degli articoli 529, 530 o 531 c.p.p. La mera prospettazione di ulteriori acquisizioni probatorie, anche se finalizzate a dimostrare l'innocenza del condannato, non è sufficiente a superare il vaglio di ammissibilità della domanda di revisione, essendo necessario che il giudice possa formulare un giudizio prognostico astratto di proscioglimento sulla base degli elementi di novità allegati, i quali devono avere carattere di decisività e di immediata efficacia caducatoria del giudicato. Pertanto, la domanda di revisione è inammissibile quando i nuovi elementi di prova, pur se diversi da quelli già valutati, non siano idonei a dimostrare in modo evidente l'innocenza del condannato, rimanendo la prospettiva assolutoria meramente ipotetica e subordinata a ulteriori sviluppi istruttori.