Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25843 del 2 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:25843PEN

Massima

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Il mancato deposito contestuale all'atto di impugnazione della dichiarazione o elezione di domicilio, ai fini della notificazione del decreto di citazione a giudizio, determina l'inammissibilità dell'impugnazione, in applicazione dell'art. 581, comma 1-ter, cod. proc. pen., introdotto dalla riforma Cartabia. Tale onere di rinnovazione della domiciliazione, funzionale alla regolare e celere celebrazione del giudizio di appello, non può essere assolto mediante il mero richiamo al domicilio eletto in precedenti gradi del procedimento, in quanto la dichiarazione o elezione di domicilio ha efficacia limitata alla notificazione degli atti di vocatio in iudicium espressamente indicati dalla legge, senza carattere di prolungata validità per l'intero procedimento. Pertanto, ai fini della notificazione della citazione per il giudizio di appello, è necessario il deposito di una nuova dichiarazione o elezione di domicilio, non potendosi fare riferimento al domicilio precedentemente dichiarato o eletto. La ratio della norma è quella di assicurare la regolare e celere celebrazione del giudizio di impugnazione e di agevolare l'attività di notificazione dell'atto introduttivo del giudizio, imponendo alla parte impugnante un onere di leale collaborazione. Il mancato rispetto di tale onere, rendendo colpevolmente impossibile la notificazione della citazione per il giudizio di appello, determina l'inammissibilità dell'impugnazione, in applicazione della speciale disciplina dettata dall'art. 581, comma 1-ter, cod. proc. pen., derogatoria rispetto alla disciplina generale delle notificazioni contenuta nell'art. 157-ter, comma 1, secondo periodo, cod. proc. pen.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da:

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Relatore

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Bo.Mi., nato il (Omissis) a T;
avverso la ordinanza del 01/12/2023 della Corte d'appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe la Corte di Appello di Torino ha dichiarato l'inammissibilità dell'appello proposto dall'imputato, rappresentando che con l'atto di impugnazione non era stata de…

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