Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39353 del 9 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:39353PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'imputato ha il diritto di appellare la sentenza di proscioglimento, in quanto tale facoltà non può essere esclusa né limitata da disposizioni di legge ordinaria, in quanto costituisce una garanzia costituzionale del giusto processo e del diritto di difesa. Pertanto, la declaratoria di inammissibilità dell'appello proposto dall'imputato, fondata su una norma di legge successivamente dichiarata costituzionalmente illegittima, è priva di valido fondamento normativo e deve essere annullata, con conseguente trasmissione degli atti alla Corte di Appello per il giudizio di merito sull'impugnazione. Il diritto di impugnazione della sentenza di proscioglimento, quale espressione del diritto di difesa e del principio del giusto processo, non può essere compresso o escluso da disposizioni di legge ordinaria, in quanto costituisce una garanzia costituzionale inderogabile, la cui violazione determina l'annullamento della declaratoria di inammissibilità dell'appello e la rimessione degli atti al giudice di secondo grado per il riesame nel merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VO. DA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 133/2003 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 17/10/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/10/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Ritenuto:

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