Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'autorizzazione unica rilasciata dalla Regione Molise per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. I proprietari o residenti in fabbricati posti in prossimità dell'impianto hanno interesse qualificato e differenziato a ricorrere per denunciare l'illegittimità delle scelte effettuate dall'amministrazione in violazione delle norme poste a tutela del paesaggio e dell'ambiente, in ragione dello stabile collegamento con l'area di localizzazione. 2. In materia di titoli edilizi, i vicini controinteressati rispetto al rilascio della concessione edilizia (anche in sanatoria) non sono annoverabili tra i soggetti destinatari della comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell'art. 7 della legge n. 241 del 1990, in quanto ciò comporterebbe un aggravio procedimentale in contrasto con i principi di economicità e di efficienza dell'attività amministrativa. 3. L'autorizzazione paesaggistica, anche se in sanatoria, deve essere rilasciata in conferenza di servizi, in quanto la norma non esclude alcuna tipologia di provvedimenti di competenza del Soprintendente dal principio di concentrazione degli atti. Il mancato intervento della Soprintendenza alla conferenza di servizi convocata comporta l'operatività dell'effetto sostitutivo della autorizzazione unica anche rispetto all'autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell'art. 14-ter, comma 7, della legge n. 241 del 1990. 4. Nell'ambito della conferenza di servizi, il parere non reso dalla Soprintendenza, sebbene ritualmente convocata, deve intendersi come acquisito, in applicazione del meccanismo di cui all'art. 14-ter, comma 7, della legge n. 241 del 1990, che sanziona l'inerzia ingiustificata ma non esclude la possibilità di tutela piena dell'interesse paesaggistico. 5. Il parere dell'ARPA sulla compatibilità elettromagnetica non è necessario per impianti di potenza inferiore a 1 Mega, in quanto le risultanze istruttorie relative al rispetto dei valori soglia, già acquisite nel precedente procedimento, non sono state travolte dalla pronuncia demolitoria del TAR che ha imposto la sola rinnovazione del procedimento per il profilo della tutela paesaggistica.