Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30283 del 6 settembre 2002

ECLI:IT:CASS:2002:30283PEN

Massima

Il diritto di critica politica, esercitato in modo non diffamatorio, è legittimo anche quando le espressioni utilizzate siano retoriche o enfatiche, purché non contengano insinuazioni o allusioni a comportamenti illeciti o disonorevoli, e siano connesse a un interesse pubblico e al ruolo rivestito dal soggetto criticato. Il giudice deve valutare il contesto complessivo dell'intervento, senza limitarsi a un'interpretazione letterale delle singole espressioni, e riconoscere la prevalenza del diritto di critica politica sull'eventuale lesione della reputazione, quando le affermazioni, pur enfatiche, non superino i limiti della continenza espositiva e siano dirette a rappresentare condotte oggettivamente accertabili, anche se ritenute discutibili o incoerenti rispetto al ruolo ricoperto dal soggetto criticato.

Sentenza completa

MOTIVI DELLA DECISIONE
Con sentenza 9.10.2000, il Tribunale di Agrigento, per la parte che qui interessa, condannava P. S. alla pena di L. 2.000.000 di multa, oltre al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile, quale responsabile di diffamazione in persona di A. G., presidente della Lega Ambiente, commentandone -nel corso di una trasmissione televisiva- la mancata partecipazione ad una manifestazione ambientalista indetta da un comitato locale, con l'espressione "...credo che non sia un fatto casuale, se è vero quello che si dice, e questo dovrebbe dimostrarlo lo stesso Presidente che lui ha, diciamo, dei collegamenti, degli interessi con una certa impresa dell'agrigentino che ha nel passato e non ha mai avuto pudore in tal senso; è chiaro che vi sono problemi di tal genere, altro che difesa "dell'ambiente".
La Corte di Appello di Palermo, investita dal gravame dell'imputato, con sentenza 2.10.2001 confermava la pronunci…

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