La concessione edilizia legittimamente rilasciata dalla pubblica amministrazione non può essere revocata o sospesa in assenza di un concreto e attuale interesse pubblico, debitamente motivato, che giustifichi l'esercizio del potere di autotutela, dovendo la pubblica amministrazione valutare attentamente le conseguenze pregiudizievoli che tale provvedimento può determinare nella sfera giuridica del privato titolare del titolo edilizio. Ove la pubblica amministrazione adotti un provvedimento di sospensione o revoca della concessione edilizia in assenza di un valido interesse pubblico, il privato ha diritto al risarcimento del danno ingiusto subito, purché dimostri il nesso di causalità tra la condotta illegittima della pubblica amministrazione e il pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale patito, nonché l'elemento soggettivo della colpa o del dolo della pubblica amministrazione. Tuttavia, il risarcimento del danno può essere escluso o ridotto qualora il privato non abbia tempestivamente attivato gli strumenti di tutela cautelare previsti, in quanto tale condotta omissiva è valutabile ai fini della mitigazione del danno ai sensi dell'art. 30, comma 3, cod. proc. amm.